I GOTI

Opere gote a Castelseprio

 

Morendo, nel 395, Teodosio aveva scisso l’impero romano in due grandi unità: Oriente ed Occidente.
Nel 476 l’Erulo Odoacre, depose l’ultimo imperatore d’Occidente, Romolo Augustolo e diede origine ad un effimero stato romano – barbarico tollerato da Bisanzio (capitale dell’Impero Romano d’Oriente): il Regno d’Italia.
Quattordici anni più tardi, i Goti di Teodorico si impossessarono del territorio e ne decretarono la fine.

Crollato l’Impero Romano d’Occidente, sul finire del V secolo il Castrum dovette passare in mano ai Goti di Teodorico, i quali ne potenziarono la struttura difensiva.

Accurati scavi esplorativi condotti fra la torre e la cisterna vicini al San Giovanni, hanno dimostrato che entrambe queste strutture sono attribuibili all’età goto-teodoriciana, così come, sulla base di un uguale materiale edilizio di reimpiego, vi sono stati attribuiti anche un rafforzamento - ampliamento della cerchia muraria e la costruzione di un saliente ad essa esterno che scendeva in Valle Olona fino a imperniarsi sul torrione oggi detto di Torba.

E' infatti in età gota che si incomicia a ricorrere allo spoglio sistematico di sepolcreti pagani (per tutto il IV e gli inizi del V secolo si assiste da parte degli imperatori ad un atteggiamento di deciso rifiuto al riutilizzo del materiale di spoglio e di protezione della sacralità delle necropoli mentre le disposizioni di età gota e del regno di Teodorico in particolare, evidenziano un atteggimento di segno opposto, che non solo autorizza ma ordina ufficialmente di riutilizzare per nuove costruzioni i blocchi degli antichi edifici e di profanare le tombe per recuperare, ad utilità dei vivi, l'oro e l'argento dei corredi funebri) per le nuove esigenze di riassetto dei centri abitati.