IL PERIODO ROMANO
Anche se non vi sono prove certe, è possibile pensare che Sibrium, in
epoca antecedente il III secolo, fosse sede, sia pure saltuaria, di qualche
guarnigione militare, stabilitasi poco lontano da un probabile modesto aggregato
di capanne.
Nella prima metà del III secolo l’Impero Romano dava i primi segni
di instabilità: da un lato i barbari esercitavano sempre maggiori pressioni
alle frontiere e dall’altro, le rivolte militari, il malgoverno imperiale
e le ambizioni personali ne minavano la struttura dall’interno.
Con Aureliano ed i suoi immediati successori, lo statu quo militare venne ristabilito
almeno nella Valle Padana.
La prima necessità del comando imperiale fu allora quella di sbarrare
la via per Roma e, quindi, gli accessi in Italia, ai barbari e ad eventuali
eserciti ribelli: ai piedi delle Alpi vennero create le cosiddette Clausurae
Augustanae (un sistema di fortificazioni aventi la funzione di proteggere i
confini settentrionali d’Italia) e per tutta la pianura, lungo una fitta
rete di strade militari atte a permettere i più tempestivi spostamenti
di forze, furono fatti sorgere praesidia, turres speculatoriae, stationes.
E’ proprio nell’ottica della vasta opera difensiva adottata prima
da Aureliano e poi da Dioclezioano (III secolo d.C.) che potrebbe aver avuto
origine a Castelseprio, accanto ud un più antico vicus, un Castellum
di tipo permanente, designato verosimilmente con il nome Sèverum sorto
qui a causa della sua posizione geografica e strategica: eretto su il pianoro
di uno sperone tufaceo, scosceso per tre lati ed unito solo dal quarto al retrostante
ciglio occidentale della valle del fiume Olona, esso dominava, il corso del
fiume, e, da lontano, le ultime propaggini delle prealpi varesine.
Questo primocastrum romano poteva consistere in una fortificazione leggera costituita
da un ampio spazio cintato con una semplice palizzata, da cui si poteva dominare
il declivio, sistematicamente tenuto spoglio dalla vegetazione.
E’ inoltre possibile sospettare che le difese in corrispondenza del punto
di saldamento del pianoro al retrostante ciglio fossero affidate ad un robusto
vallum (fossa e terrapieno) mentre gli alloggi per la truppa qui stanziata e
i magazzini, costituiti da baracche in legno, occupavano tutto il territorio
disponibile.
Il castrum Sèverum doveva essere in rapporto con Milano, sede della corte
augustea sotto Diocleziano (284-305) grazie ad un sistema di comunicazione visivo.
Nelle notti e nelle giornate limpide le segnalazioni, a fumo o a fuoco, fatte
da Sèverum avrebbero potuto essere direttamente visibili da Mediolanum
(Milano), e viceversa.
A sua volta, Sèverum si trovava in continuo analogo contatto con la circostante
rete di opere speculatoriae (ad esempio la torre di Rodero) verso nord.
In questo modo Sèverum, o Sibrium, dovette diventare nel III, IV secolo
il centro dello sbarramento a nord e nord-ovest di Mediolanum in quanto era
situato al punto di incrocio della via verso il Ceneri con l’itinerario
che andava da Brixia (Brescia) a Bergomum (Bergamo) a Comum (Como) a Novaria
(Novara), itinerario destinato a spostare, lungo i contrafforti prealpini, i
più opportuni contingenti di truppa.
A questo periodo potrebbe forse risalire anche la nascita di quello che in seguito
diventerà il borgo.
Nel giro di qualche tempo dalla sua nascita la postazione presso Sibrium andò
assumendo una sempre maggiore importanza, fino a diventare un vero e proprio
castrum, difeso da isolate torri in muratura (oggi ancora visibili anche se
solo allo stato di fondamenta) poi forse raccordate da vere e proprie mura.
Nel V secolo, a causa dell’acuttizzarsi delle apparizioni barbariche in
Italia, è ipotizzabile che nella zona fra Lario e Verbano venisse fatto
nascere un particolare distretto strategico – militare e che questo dovette
essere incentrato sul castrum esistente in Valle Olona.
Anche la Chiesa stessa, che anche fuori dai grossi abitati luogo di sede episcopale
stava ormai organizzandosi creando particolari punti di riferimento di cui uno
dovette trovarsi proprio nel castrum della media valle Olona, ponendovi alla
fine, forse proprio dove preesisteva un oratorio castrense, un centro battesimale
rurale.
Il battistero di Castel Seprio venne quindi edificato nel V secolo, lo testimoniano
alcuni vetri liturgici qui ritrovati risalenti al periodo. Non è però
certo ad opera di chi questo venne costruito, se per iniziativa statale da parte
dei Goti insediatosi a Castel Seprio sul finire del V secolo o per iniziativa
ecclesiastica.
Se furono i Goti ad impiantare il fonte battesimale, essendo questi ariani è
probabile che non nascesse la pieve di Castelseprio ( di cui si hanno notizie
certe nel X secolo) se non successivamente dopo il passaggio al clero niceno
avvenuto in età bizantina, oppure in età longobardo-teodolindiana
quando la dedica della basilica a San Giovanni Evangelista potrebbe avere avuto
significato esaugurale.
Se, invece, il battistero sorse per iniziativa ecclesiastica, cosa non impossibile
anche in un castrum detenuto dai Goti i quali dimostrarono sempre un gran rispetto
per le confessioni diverse dalla propria, è probabile che la pieve nascesse
subito.